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L'articolo riportato di seguito ( e molti altri simili), apparso con la notizia che in alcune ASL si praticava lo Shiatsu con il ticket , è il riflesso delle attività del Cites ( Centro Italiano Terapisti Shiatsu) , scuola di Umberto Mosca , e contiene (contengono) sostanziali inesattezze. Nessuna ASL ha deliberato che possono essere convenzionati i trattamenti Shiatsu: i trattamenti vengono eseguiti da fisioterapisti iscritti al Cites nell'ambito delle proprie competenze fisioterapiche e non in quanto Terapisti Shiatsu. Il clamore sulla
stampa ha prodotto però , anche in presenza di rettificazioni, una fantastica pubblicità al Cites . Che non sia questo ,in fondo, il vero scopo della sceneggiata?
"LA REPUBBLICA"
Nelle Asl arriva lo shiatsu, il massaggio si fa con il ticket.
Sono già molte le strutture che praticano la "digitopressione", antica terapia giapponese
MILANO - Il Giappone è vicino. Anzi, è già qui: in diverse Asl italiane da tempo lo
shiatsu - tecnica di massaggio terapeutico che arriva proprio dal Sol Levante - da tempo
fa parte dell'abituale pratica terapeutica.
Per presentare i risultati di alcune sperimentazioni effettuate in enti sanitari pubblici,
ieri all'ospedale Sacco di Milano si è tenuto il terzo convegno nazionale del Collegio
Italiano dei Terapisti Shiatsu (Cites).
Presto potremo chiedere alla nostra Asl la ricetta per un trattamento shiatsu per curare
il mal di schiena o i dolori articolari? Le condizioni, almeno a sentire le esperienze
effettuate, ci sono. C'è anche da dire che "la ricetta per lo shiatsu" è già una realtà -
pagando un ticket - al reparto di medicina riabilitativa dell'ospedale Sacco e al Noa,
Nucleo Operativo Alcol-dipendenze della ASL 1 di Limbiate (Milano), che si occupa di
varie patologie, non solo dell'alcolismo.
"L'accettazione dello shiatsu nelle strutture pubbliche è lenta e graduale, ma
inarrestabile", commenta Sergio Bertoncini, terapista del servizio di riabilitazione del
Sacco e presidente del Cites, che ha lanciato questo trattamento nel suo ospedale,
ottenendo prima la collaborazione dei colleghi e poi la loro soddisfazione per un nuovo
modo di lavorare.
Ma in molte altre situazioni i risultati positivi delle esperienze fatte promettono il
diffondersi nel Servizio sanitario nazionale di questo massaggio giapponese. Per
esempio, ciò succederà molto presto all'ospedale "S. Anna" di Como, dove lo shiatsu è
stato usato su pazienti positivi all'Hiv per trattare gli effetti indesiderati delle terapie
retrovirali.
Ventitré persone che soffrivano di disturbi digestivi, psicologici, biochimici e neurologici,
a causa di queste terapie hanno avuto un forte aiuto dal massaggio giapponese, con un
miglioramento delle loro condizioni. In Lombardia, questi studi sono agevolati da un
progetto regionale di sperimentazione delle medicine non convenzionali.
Ma ricerche sono in corso anche altrove. A Palermo, per esempio, dove all'ospedale
"Buccheri La Ferla" è tuttora in corso uno studio sul trattamento con lo shiatsu della
lombalgia cronica (un mal di schiena che colpisce molte persone).
Si prova lo shiatsu anche nei disturbi del comportamento alimentare, nella neuropatia
periferica degli HIV positivi, nella disassuefazione degli alcoolisti, negli squilibri emotivi, nelle patologie strutturali o posturali del piede, nell'insonnia, nell'alcool dipendenza, nei disturbi legati alla pratica della danza classica. "Il nostro scopo è diffondere lo shiatsu
come vera e propria terapia - dice Bertoncini - e aggiornare chi lo pratica, per avere
una figura professionale specifica".
Insomma, si contesta la convinzione che si tratti di un massaggio solo rilassante, per
arrivare a definirlo una vera e propria cura e, in quanto tale, riconosciuto dal Servizio
sanitario nazionale.
di ANNA MANNUCCI
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