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Arti, mestieri ed attività diversamente normate. Completando una panoramica sulle rimanenti attività, al momento non coinvolte dal processo che ha determinato l'avvento dei Diplomi Universitari in quest'area, bisogna evidenziare situazioni variamente normate e consolidate nel comparto, come quelle di ottico ed odontotecnico riconosciute dal 1928, che pure anelano ad una revisione del profilo in una prospettiva più moderna ed adeguata. Accanto a queste, registriamo funzioni sostanzialmente sottratte a qualunque tipo di controllo ufficiale, rispetto alle quali gli utenti sono esposti a diagnosi/terapie al di fuori di codici riconosciuti, come ad esempio nel caso degli operatori shiatsu e dei pranoterapisti, che vivono una grande frammentazione organizzativa ed operativa. Infine, possiamo registrare quegli operatori che stentano a trovare un organico inquadramento operativo sia pubblico che privato, pur provenendo da percorsi formativi universitari e quindi riconosciuti, anche se in mancanza di una precisa codificazione, come nel caso dei tecnici di igiene ambientale, ed ancora operatori provenienti da corsi istituiti sulla base di atti normativi non più vigenti o decaduti, come ad esempio i tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria. La situazione appare così estremamente contorta, e la verosimile crescita della domanda sociale di salute non è detto che inneschi un circuito virtuoso di interessi pubblici e privati, per il coordinamento e la regolamentazione dei servizi, con l'unica certezza che potrebbe derivare dal rapporto tra sistema formativo più o meno ufficiale e qualità dei servizi. In mancanza di risposte istituzionali corrette, è possibile infatti pensare al solo meccanismo formativo come risorsa per fare emergere anche attività sommerse con valenza sanitaria, per un intervento che ponendosi come obiettivo la qualità della vita, l'impatto sociale e la salute, tenda comunque alla salvaguardia dell'utenza, con risvolti positivi anche di natura economica per l'intero sistema sanitario. Altro aspetto fondamentale, che deve essere promosso in termini informativi e formativi, stante l'attuale situazione, è quello costituito dalla capacità di discernere degli utenti medesimi, che dovrebbe poter contare su un'adeguata preparazione e sensibilizzazione nello affrontare un panorama di servizi così differenziato, tra il consolidato ed ufficiale, pubblico o privato che sia, ed il sommerso non regolamentato ed accreditato. In tutti i casi pare abbastanza prevedibile che, se verrà affrontato il tema di una regolamentazione di queste attività, troveranno una significativa collocazione le tesi sempre più pervasive, anche in campo sanitario, dell'autorità garante della concorrenza e del mercato, per cui si ritiene che un sistema di norme che disciplinino l'esercizio di queste attività, per il conseguimento di finalità pubbliche, non debba essere antagonista alle regole del mercato e della concorrenza. A tale proposito, la stessa Autorità, ha redatto nel 1997 un ponderoso rapporto che suggerisce una profonda revisione degli ordini e degli albi professionali, in considerazione delle mutate condizioni dei mercati e della crescente importanza attribuita ai principi della libertà di iniziativa economica e della concorrenza, il cui mancato rispetto viene ritenuto limitante dell'efficienza del sistema. Pertanto, sulla scorta di questa tendenza, è lecito pensare che una regolamentazione di attività attualmente non normate, sarà soddisfatta solo sulla base di esigenze di carattere generale e di necessità di sanare "imperfezioni" di mercato di significativo rilievo, altrimenti suscettibili di risultati di iniquità od inefficienza non meglio precisabili. Così non è difficile immaginare che in termini formativi, attività, anche di tirocinio guidato, dovranno essere progettate per conferire capacità di gestione di servizi sanitari non medici in regime di concorrenza con soggetti pubblici e privati, magari di diversa estrazione professionale. http://www.er.cna.it/ |
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