TRA ORIENTE E OCCIDENTE, UN SALTO QUANTICO
di Patrizia Stefanini
Era il 1982 quando, dopo la laurea in fisica a Pavia, ho iniziato
a interessarmi alla cultura dell'estremo oriente. Un interesse che
prima ha riguardato le pratiche meditative e le arti marziali, ma
quasi subito si è rivolto ai fondamenti e alle tecniche di
medicina tradizionale. Dopo trent'anni coltivo tuttora con passione
questo interesse, divenuto anche il mio lavoro. Nel 2005 un richiamo
forte e chiaro mi è giunto dal mondo della fisica; fondamentale
in questo è stato il Prof. Emilio Del Giudice (3) e lo straordinario
team internazionale di scienziati che ho incontrato all'I.I.B. (Istituto
Internazionale di Biofisica), di Neuss, in Germania, luogo di sviluppo
ed applicazione di alcuni aspetti della fisica quantistica moderna
che mi hanno davvero appassionata (4).
Questi frequenti "viaggi" fra tradizione medica orientale
e scienza caratterizzano oggi la mia vita professionale: sono i
miei " salti quantici"!
Nella fisica si definisce "salto quantico" una "
transizione discontinua tra stati quantici". Nella lingua parlata
questa espressione è sinonimo di qualcosa considerabile come
"illogico, imprevedibile"; come far dialogare shiatsu
e fisica, scoprendo un linguaggio che li accomuna.
Un aspetto del mio lavoro e della mia ricerca ha a che fare con
il confronto tra modalità appartenenti a paesi occidentali
e orientali che, se integrate, allargano la comprensione del funzionamento
dei sistemi viventi.
Alcuni degli illustri relatori della conferenza che ha dato origine
a questo articolo mi avevano già offerto interessanti spunti
di riflessione. Per esempio il prof. Milton Bennett, sui diversi
paradigmi della scienza, è un valido punto di riferimento
per le osservazioni che seguono.
Utilizzo il paradigma "quantistico" perché fornisce
un terreno adeguato a comprendere la complessità dell'essere
umano. La visione per me più adeguata ha a che fare con la
natura dinamica e collettiva dei fenomeni in questione. Essa è
anche uno dei pilastri su cui si basano le medicine tradizionali
orientali.
La chimica e la biologia classiche non sono esaustive per descrivere
la ricchezza delle informazioni che viaggiano tra le cellule. Un
importante ruolo è infatti svolto dai fenomeni elettromagnetici,
generalmente sottovalutati da queste scienze. Premessa importante
in tal senso è che non esistono sistemi isolati: il "vuoto
quantistico", pieno di fluttuazioni, permea e collega ogni
entità esistente. Le relazioni con altri sistemi o esseri
viventi sono fondamentali nello studio della vita, perché
le opportunità di cambiamento e di evoluzione dipendono anche
dalla capacità di "dialogo" con gli altri sistemi.
Questa capacità è direttamente correlata alla proprietà
di "risuonare" con l'ambiente e gli esseri circostanti.
Risonanza in questo senso significa, metaforicamente, avere argomenti
di conversazione ed una lingua comune per esprimersi. Quando questo
avviene la vita si arricchisce di possibilità. Più
in specifico, quando ciò avviene tra terapista e paziente
l'operatore è in grado di offrire al suo cliente nuovi strumenti
di comprensione dei suoi meccanismi di vita, anche quelli che hanno
determinato sintomi e disfunzioni. Ciò innesca un processo
di guarigione basato su consapevolezza della propria condizione,
fiducia nelle proprie capacità di cambiamento, responsabilità
per la propria salute.
LE MEDICINE TRADIZIONALI DELL'ESTREMO ORIENTE
Sono direttrice, insegnante e operatrice dell'Istituto Europeo di
Shiatsu, di cui ho fondato le sedi di Milano e di Firenze. Grazie
alla mia esperienza universitaria ho affrontato il percorso formativo
dello Shiatsu con lo spirito del ricercatore. Mentre studiavo la
cultura cinese e giapponese, un aspetto che mi ha affascinato particolarmente
è stato la scrittura ad ideogrammi.
Fig.1
- ideogramma cinese del Chi
Fig.
2 - ideogramma giapponese del Ki
L'ideogramma del "Chi" (dalla tradizione cinese) o "Ki"
(da quella giapponese) ha rappresentato per me un punto estremo,
una "boa" che mi ha riportato verso l'occidente: ecco
un salto quantico! Ho scoperto infatti che questo ideogramma, vecchio
di millenni, esprime un concetto riscoperto dalla fisica moderna:
materia ed energia sono strettamente connesse l'una all'altra e
non in contrapposizione.
Sul piano fisico della materia, il "Chi" è l'agente
del movimento e della trasformazione; a livello psicologico il suo
libero fluire ci consente di cambiare stato, di alternare diverse
emozioni, passando dal lavoro al piacere, dall'attività al
riposo.
In Giappone il termine "Ki" è di uso quotidiano:
spesso insieme ad altri ideogrammi assume significati diversi a
seconda del contesto per descrivere il carattere, la personalità
di qualcuno: timido, forte, apprensivo, collerico, impaziente, paziente
e anche dinamico, vitale, in salute, ecc (9).
In occidente viene generalmente tradotto con "energia vitale".
In realtà, nella molteplicità di possibili traduzioni
sarebbe più correttamente definibile come "soffio"
più che "energia" vitale. L'aspetto molto interessante
del "soffio" è che inteso come generatore di movimento
e vita. La vita è movimento e cambiamento e anche la materia
di cui è fatta non è inerte ma vibra e fluttua.
La prima volta che ho visto il simbolo del "Chi", ho
istintivamente associato a questo ideogramma la formula di Einstein
E = mc², storicamente la prima espressione di una non
dicotomia tra questi elementi base dell'universo. In seguito ho
trovato che questo ideogramma potrebbe essere più correttamente
tradotto in termini scientifici utilizzando i concetti dinamici
di materia / energia della moderna teoria quantistica. Quella per
l'appunto basata sulla teoria quantistica dei campi.
ll carattere cinese per il "Chi" contiene le radici di
" vapore" e di " riso". Nella sua forma più
rarefatta il "Chi" si muove e fluisce in modo pressoché
invisibile, come il vapore, mentre nei sui aspetti più densi
rallenta o si unisce in una forma, come il riso.
Quindi all'interno dell'ideogramma che è "movimento
in vita" abbiamo la polarità "materia", il
riso e la polarità "energia, identificabile nel vapore.
Da ciò nasce e si sviluppa la vita, per cercare di spiegare
la quale sono quindi necessari modelli di riferimento che tengano
conto della natura intrinsecamente dinamica degli esseri umani.
Per soddisfare ciò, alcune medicine tradizionali dell'estremo
oriente utilizzano mappe alquanto singolari e complesse, fondamentalmente
basate sull'individuazione di linee e punti dotati di speciali proprietà
rispetto al veicolare energia e informazione nel corpo. Le linee,
vie preferenziali di scorrimento del Ki, sono chiamate meridiani
.
Fig. 3 - Meridiano Cinese - Fig.4 - Mappa Giapponese
dei Meridiani
Nell'ambito di alcune pratiche tradizionali dell'estremo oriente,
come l'Agopuntura, lo Shiatsu, la Moxa, il Tuina etc., il meridiano
è strumento per stimolare una risposta del sistema uomo.
A volte viene presentato in termini meccanicistici e deterministici,
come luogo che, se stimolato, garantisce determinate specifiche
risposte. A mio avviso questa è una visione alquanto riduttiva
, perché non tiene conto della qualità individuale
di reazione di ogni essere umano.
Dopo aver approfondito la conoscenza dei sistemi cinese e giapponese,
ho scelto di utilizzare il modello giapponese dei meridiani messo
a punto dal Maestro Shizuto Masunaga: un modello di straordinaria
modernità, che sottolinea l'aspetto non permanente e dinamico
dalla natura umana (8, 10). Esso è stato presentato ufficialmente
dall'autore, psicologo e studioso di pratiche tradizionali di cura,
negli anni '70. E' quindi un modello moderno, che però si
aggancia alla tradizione, recuperando informazioni contenute in
testi classici e mappe antiche.
Ho letto il modello tradizionale di Masunaga in termini quantistici
trovando in questo modo un sistema di riferimento adeguato a spiegare
percezioni, esperienze ed informazioni vissute nell'ambito della
mia pratica Shiatsu.
Ridefinire il concetto di meridiano di Masunaga utilizzando la chiave
interpretativa che ci offre oggi la Fisica moderna è certamente
un ennesimo salto quantico: il meridiano è la sede privilegiata
per la circolazione di informazione ed energia, e insieme la via
attraverso la quale possiamo influire su di essa.
E' possibile ridefinire il concetto di meridiano in termini scientifici
moderni utilizzando la teoria quantistica dei campi (5). Grazie
alle proprietà specifiche delle catene dei domini di coerenza,
legate alla natura dell'acqua biologica, l'energia può viaggiare
lungo le sopranominate vie preferenziali ed essere disponibile per
i processi vitali.
Come descritto dalla Dr.ssa Larissa Brizhik (1, 2), un campo elettromagnetico
endogeno è intrappolato nei domini di coerenza dell'acqua
interfacciale. Esso forma percorsi dinamici come guide d'onda, lungo
cui si mantengono dinamicamente i flussi di informazione e segnali
elettromagnetici. grazie ai solitoni, pacchetti di energia che viaggia
senza dispersioni fino al suo completo utilizzo. Questi percorsi
possono ben interpretare il ruolo dei meridiani, che divengono così
luogo privilegiato ove si manifestano le speciali proprietà
dell'acqua biologica.
In essi, sia attraverso dinamiche intrinseche che stimoli esterni,
si producono solitoni, che possono essere visti come un modo estremamente
efficiente in cui l'energia viaggia nei domini di coerenza.
Possiamo immaginare una sorta di "luce interna" che è
energia immagazzinata dal sistema e utilizzabile per sostenere la
sua auto-organizzazione.
Penso sia più che plausibile ipotizzare i meridiani come
facenti parti della struttura elettromagnetica endogena e definirli
messaggeri dell'organizzazione energetica di un sistema vivente.
Diverse possono essere le sorgenti fornitrici di energia dall'esterno:
radiazioni ultradeboli con lunghezza d'onda millimetrica, inserzione
di aghi, moxibustione, pressione lungo gli stessi punti/canali.
Tali pressioni/stimoli possono indurre la produzione di solitoni
In questa prospettiva valuto un essere umano in una condizione di
salute quando si mantiene un buon grado di flusso di energia ed
informazione.
Contrariamente all'opinione comune, il sistema umano per ben funzionare
non richiede molta energia, anzi un suo eccesso potrebbe essere
dannoso. Infatti potrebbe alterare la coerenza del sistema, cioè
il suo grado di organizzazione, da cui dipende la qualità
di funzionamento. La malattia può insorgere quando si creano
blocchi al libero fluire, causati da una perdita di coerenza del
sistema (7).
Al pari del reticolo intercellulare, deputato agli scambi chimici
- con conseguenti variazioni elettromagnetiche - forse potremmo
cominciare a pensare ai meridiani nel macrosistema quantistico uomo
come ad una sorta di reticolo che da origine agli scambi elettromagnetici
e quindi origina anche scambi chimici tra cellule, organi vari e
i diversi apparati (6). Questo modo di definire il meridiano permette
letture adeguate ai fenomeni vitali con cui si entra in contatto
per esempio con il tocco . Nel praticare lo shiatsu sono consapevole
che la realtà che sto contattando è diversa dal modello
teorico e la rete dei meridiani è strumento adeguato all'incontro.
Non sono alla ricerca di un luogo preciso, che sicuramente produrrà
uno specifico risultato, ma sto utilizzando uno strumento adeguato
ad una relazione di cura che si basa sull'entrare in una connessione
basata sulla risonanza di fase.
Oggi è per me straordinario constatare come il linguaggio
della scienza offra esaustive chiavi di lettura delle esperienze
che vivo come terapista. E viceversa, grazie al vissuto esperienziale
ho preziose opportunità di comprendere più in profondità
la scienza della vita. Se considero l'essere umano un macrosistema
quantistico posso trovare straordinarie comprensioni da offrire
ai miei pazienti come opportunità di cambiamento.
Secondo la cultura medica orientale ciò corrisponde ad una
condizione di libero fluire del Ki che sostiene la salute nell'uomo.
Anche il prof. James Oschman , fisico americano, autore del libro
"Energy Medicine, the Scientific basis", è a favore
di questa lettura dell'essere umano (11). In questo libro Oschman
ha presentato un modello di cellula non più vista come una
singola realtà con una fisiologia circoscritta, ma come una
componente della "living matrix", la matrice vivente:
ogni volta che agiamo un qualsiasi gesto, come appoggiare una mano,
o ci relazioniamo con un altro essere umano, incontriamo un sistema
interconnesso, la matrice vivente, la cui natura è olografica
ed olistica. Penso alla "living matrix" con un approccio
molto simile a quello che utilizzo per il sistema dei meridiani,
appena sopra illustrato. La "living matrix" è per
me come ad una rete di connessioni estremamente complesse con proprietà
davvero interessanti. Una di esse è la Tensegrità.
Si tratta di un concetto usato anche in architettura ed ha che fare
con la "tensional integrity", l'integrità tensionale,
principio base per le costruzioni architettoniche. Si basa sulla
polarità di azione e reazione, di forze di spinta e di tiraggio.
James Oschman ritiene che questo principio spieghi la struttura
della cellula ed il fatto che comportamento e forma siano in relazione.
Pensiero intrigante. Allora, cambiando la forma di un tessuto se
ne può cambiare "il comportamento? Per tutti i terapisti
che toccano i loro pazienti, questo spunto è opportunità
di efficace intervento accompagnato da un conseguente adeguato senso
di responsabilità.
LA RELAZIONE DI CURA
Vorrei concludere il mio contributo parlando di un aspetto del mio
lavoro che mi sta a cuore: la relazione di cura. Esso rappresenta
per me l'ennesimo salto quantico: grazie al ponte oriente-occidente
presente nel mio percorso di vita, ho potuto vivere esperienze estremamente
arricchenti nutrite da spunti di entrambi questi mondi.
È stato per me interessante vivere due visioni molto diverse
tra loro. La prima, sostenuta dal paradigma newtoniano e ben affermata
nel mondo ortodosso della cura allopatica, si basa su di una relazione
univoca terapista - paziente. I ruoli sono ben definiti : il paziente
è passivamente alla ricerca di una soluzione dei suoi problemi.
L'esperto è il terapeuta, che per definizione deve avere
tali risposte. La salute risulta perciò essere una delega
basata inequivocabilmente sulle capacità di cura del terapista
in questione. La seconda visione, ispirata dal paradigma quantistico,
si basa su una relazione biunivoca terapista-paziente. In essa il
ruolo del terapeuta è quello di testimone e catalizzatore
di un processo di guarigione, che il paziente vive da protagonista.
Nel linguaggio a me caro della fisica quantistica moderna, ciò
è possibile grazie al crearsi di una "connessione empatica",
risonante col proprio cliente. Si tratta di essere in grado di entrare
noi stessi in una qualità di vita che viene offerta al nostro
paziente come terreno-base di attivazione della relazione di cura.
Spesso lo definisco uno "stato di grazia", una condizione
di benessere basata su di un quieto porgersi all'altro senza alcun
intento se non quello di "essere con l'altro" (12).
In questa seconda modalità di relazione di cura, il terapeuta
semplicemente permette al proprio cliente di essere consapevole
di tutto ciò che attorno a lui risuona valori, associazioni,
significati positivi. Il disagio, la malattia, divengono così
occasioni di cambiamento, di crescita.
Quando ho cominciato a relazionarmi in questo senso con i miei clienti,
ho ricordato una originale immagine tratta dal libro "Quantum
Society "di Danah Zohar (13).
Fig.5 - Visione Newtoniana - Fig.6 - Visione Quantistica
Se in un rapporto terapeutico ci comportiamo come entità
newtoniane, ci si incontra, succede qualcosa, ci si separa, e ognuno
ritorna ad essere come era prima dell'incontro. Se entriamo in una
relazione di cura con un approccio quantistico vibrazionale, l'incontro
cambierà terapista e paziente per sempre. Per me questa è
uno spunto di riflessione molto toccante. Ci sono clienti che ho
incontrato vent'anni fa, di cui non ricordo più nome e sembianze,
ma ricordo con gratitudine che cosa mi hanno lasciato. E' come se,
ad un certo punto, si presentasse l'occasione di superare le polarità
ed esistesse solo il movimento della vita.
At the still point of the turning world.
Neither flesh nor fleshless;
Neither from nor towards;
at the still point, there the dance
is ...and there is only the dance.
T.S. Eliot- Four Quartets
BIBLIOGRAFIA
1) Bajpai R., Brizhik L.S., Del Giudice E., Finelli F., Popp F.-A.,
Schlebusch K.-P., J Acupunct Meridian Stud 3, 2010, 291
2) Brizhik L.S., Del Giudice E., Maric-Oehler W., Popp F.-A., Schlebusch
K.-P. , Electromagn Biol Med, 28, 2009, 28
3) Brizhik L.S., Del Giudice E., Popp F.A., et al.,"On the
dynamics of self-organization in living organisms", Electromagn
Biol Med, 28(1),2009, 28-40
4) Brizhik L.S.,"Nonlinear charge transport and dynamics of
self-organization in living organism", IIB Summer School, Neuss,
Germany, 2009
5) Del Giudice E., Pulselli R.M., Tiezzi E.,"Thermodynamics
of irreversible processes and quantum field theory: an interplay
for the understanding of ecosystem dynamics", Ecological Modelling,
220(16),2009,1874-9
6) Del Giudice E., Stefanini P., Tedeschi A., Vitiello G., "The
interplay of biomolecules and water at the origin of the active
behavior of living systems", Journal of Physics: Conference
Series 329 012001, (2011)
7) Mayor D., Micozzi M.S., Energy Medicine East and West: a natural
history of Qi, Churchill Livingstone, 2011, 214-221
8) Masunaga S., Zen Shiatsu: How to harmonize Yin and Yang for better
health, Japan Publications, Inc., Tokyo and New York,1977, 20-47
9) Masunaga S., Manuale di Diagnosi, Iokai Shiatsu Center,Tokyo,
1977, 2-12
10) Masunaga S., Zen Imagery Exercises: Meridian exercises for wholesome
living, Japan Publications,Inc., Tokyo and New York, 1987, 63-73
11) Oschman J.L., Energy Medicine: the scientific basis, Churchill
Livingstone, 2000, 59-62
12) Stefanini P., Quantum Physics sheds some light on Hado Shiatsu,
Poster for EQBS International Symposium " Electromagnetic Fields
and Quantum phenomena in the Biological Systems", Poznan University
of Medical Sciences, Poland,2010
13) Zohar D., Marshall I., Quantum Society: Mind, Physics, and a
new social vision, Quill, William Morrow& Company Inc.,1994,
55
|