SULLA LEGGE LOMBARDA
Commento professionale e politico all'approvazione della legge in materia di discipline bio-naturali in Lombardia.
Di Emilio Tirelli
L'approvazione della legge Regionale Lombarda, in materia di discipline bio-naturali, può essere vista positivamente per l'interesse che denota nel riconoscimento di figure professionali fino ad ora praticamente invisibili.
Come altre leggi regionali, ad oggi presentate o, come il caso del Piemonte e della Toscana, approvate, vi sono ancora parecchi dubbi riguardo la serietà e il reale riconoscimento professionale che tali leggi contengono.
Di fatto la legge della Lombardia, che venne presentata in prima istanza, ma che all'atto dell'approvazione è stato leggermente modificata, si compone di parecchi punti oscuri, e nello specifico:
Non vi sono definizioni concrete di quali sono le professioni che rientrano all'interno di questa legge;
Manca qualsiasi riferimento all'iter formativo dell'operatore di DBN;
Non abbiamo alcuna garanzia che venga garantita la pluralità all'interno del Comitato di Coordinamento Regionale per le Discipline Bio-Naturali;
Non vi è obbligatorietà di iscrizione al registro degli operatori e degli istituti di formazione, definendo in questo modo un riconoscimento ufficioso e non ufficiale della professione;
non si definiscono i criteri, per i quali una scuola possa definirsi tale, anche in termini giuridici;
Non sono stati presi in considerazioni criteri di base che possano tutelare l'utente rispetto alla formazione dell'operatore;
Si esclude assolutamente l'integrazione di queste tecniche in un ambito di salute (che non è obbligatoriamente un ambito medico - sanitario) per collocarlo in un limbo definito di formazione - cultura - benessere (e se il benessere non è connesso con la salute viene da chiedersi che entità astratta sia).
A fronte di tutto questo, ritengo, utile e positivo che le istituzioni si siano poste il problema di regolamentare un settore che impiega migliaia di operatori e che interessa centinaia di migliaia di utenti, ma di contro, la preoccupazione rispetto alla proposta approvata in Regione Lombardia è che la professionalità degli operatori non sia garantita da questa legge, così come la serietà degli istituti di formazione, il tutto a scapito dei professionisti stessi e degli utenti.
Diventa quindi fondamentale rielaborare i contenuti della legge della Lombardia, migliorandoli e rendendoli più seri e professionali, al fine di rendere riconoscibile, come merita, l'operatore di DBN, come un serio professionista, competente e preparato , con la consapevolezza dei limiti insiti in ogni metodo, che garantiscano di poter tutelare e migliorare la qualità della vita delle persone che ad esso si affidano.
Mi preme specificare che, i Verdi lombardi hanno presentato una serie di emendamenti, finalizzati alla soluzione delle questioni sopra descritte, ma che la maggioranza di centro destra li ha respinti in toto. Anche per questi motivi, risulta sempre più importante l'approvazione di una legge nazionale, che consenta di uniformare la figure dell'operatore di DBN su tutto il territorio nazionale, dando anche una forma più seria e credibile alle scuole che, sia nella legge regionale lombarda, sia nella proposta nazionale dell'On. Lucchese, avranno un ruolo portante nei comitati tecnici che andranno a formarsi.
A questo proposito, dovendo le scuole avere strutture legalmente e fiscalmente in regola, è auspicabile che ci sia un'inversione di tendenza nel modo di fare scuola (parlo soprattutto dello shiatsu che conosco direttamente), alimentando la capacità di fare impresa per aprire nuovi spazi di mercato utili alle scuole stesse, ma anche propedeutici ad una maggiore possibilità di impiego, indipendente e professionalmente riconosciuto, degli allievi che da queste scuole escono diplomati.
Emilio Tirelli
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